Raffaele Ravagni • 31 ottobre 2025

Non autosufficienza e invalidità permanente:

Il costo che rovina le famiglie solide 



LTC, IPM e IPI: differenze vere, errori da evitare e come costruire una protezione che regge nel tempo 

 



Immagina una famiglia “a posto”: due redditi, mutuo sotto controllo, figli, qualche investimento.

Poi l’imprevisto: un trauma, un ictus, una diagnosi che toglie autonomia.

Da quel momento non si parla più di rendimenti, ma di ore di assistenza, turni tra parenti, assenze dal lavoro, liquidità che evapora.
Questo tema non è emozione: è
matematica applicata alla vita reale.

Se non lo gestisci con metodo, paghi due volte: in spese e in rimpianti

 

Le definizioni sono soldi: che cosa coprono davvero LTC, IPM e IPI 

In assicurazione, le parole accendono (o spengono) la prestazione. Chiarezza chirurgica: 

  • LTC – Long Term Care (non autosufficienza) 
    È la perdita della capacità di svolgere da soli le attività quotidiane di base: lavarsi, vestirsi, mangiare, muoversi e gestire l’igiene personale; oppure un grave deterioramento cognitivo.

        Può colpire a qualsiasi età (non è “roba da anziani”). 
        Nota critica
: molte condizioni di LTC richiedono che più attività quotidiane siano compromesse              contemporaneamente; ci torniamo perché qui si gioca una partita decisiva. 

  • IPM – Invalidità Permanente da Malattia 
    Misura la perdita (totale o parziale) della capacità lavorativa dovuta a malattia, secondo tabelle medico-legali. Puoi essere invalido ma ancora autonomo nella vita di tutti i giorni. 
  • IPI – Invalidità Permanente da Infortunio 
    È il “gemello” dell’IPM, ma attivato da un evento traumatico (caduta, incidente stradale, infortunio sportivo, ecc.). Anche qui si misura il grado di invalidità accertata, con modalità e franchigie spesso diverse rispetto alla malattia. 


Tradotto senza giri di parole: 

  • Se perdi la capacità di lavorare ma riesci ancora a cavartela da solo nelle attività quotidiane di base → IPM o IPI (a seconda che la causa sia malattia o infortunio). 
  • Se non riesci più a gestire da solo le attività quotidiane oppure c’è un grave deterioramento cognitivo LTC (e, a seconda della causa, potrebbe attivarsi anche IPM o IPI). 
  • Attenzione: le IPM sul mercato italiano escludono o limitano le malattie neurodegenerative (Alzheimer, Parkinson), che invece la LTC copre se ben strutturata. 

 

 Attenzione!

 LTC, IPM e IPI non sono alternative: lavorano su assi diversi 

Chi confonde LTC con IPM/IPI fa danni. Le tre garanzie non si sostituiscono: 

  • LTC difende l’autonomia personale (assistenza continuativa). 
  • IPM difende il reddito colpito da malattia
  • IPI difende il reddito colpito da infortunio.

Una protezione seria deve presidiare tutti e tre gli assi.

Lasciarne scoperto uno significa accettare un buco che, se si attiva, può travolgere patrimonio e            progetto di vita. 

 

Punto determinante n. 1: durata a vita intera  

Per la LTC, la regola è semplice: la durata deve coprire l’orizzonte del bisogno.

Se la prestazione finisce a 5, 10 o 15 anni, può spegnersi esattamente quando serve di più

  • Obiettivo ideale: una rendita a vita intera
  • Se la tua polizza non è a vita intera: dovresti da subito costruire un meccanismo di continuità, un fondo di integrazione dedicato, che però non è sicuramente il metodo migliore per proteggerti e potrebbe essere decisamente antieconomico. 
  • Errore comune: accontentarsi di un orizzonte “comodo” perché il premio è più basso.

        È la tipica economia che si paga cara quando il bisogno diventa permanente


Per IPM e IPI il tema durata è diverso: spesso l’indennizzo è in capitale (una tantum) o in rendita vitalizia. Però normalmente la durata della copertura è limitata a 65/70 anni per la IPM e a 75/80 anni per la IPI


Punto determinante n. 2: neurodegenerative esplicitamente incluse e gestite a parte rispetto alle attività quotidiane 

Molte condizioni reali iniziano dal cervello, non dalle mani.
Una persona con
Alzheimer in fase iniziale, può ancora lavarsi, vestirsi, mangiare e muoversi in autonomia: non supera quindi il test “attività quotidiane”, ma non è in grado di gestire la propria sicurezza, le terapie, i conti, l’orientamento.

È già una situazione che richiede supervisione continua e che genera costi reali


Perciò, nella LTC pretendi due binari separati e chiari: 

  1. Attività quotidiane di base: soglia di attivazione trasparente (es. almeno 3 funzioni compromesse). 
  2. Grave deterioramento cognitivo: criteri autonomi per l’attivazione, con definizioni mediche e scale valutative chiare, senza obbligo di cumulare le attività quotidiane. 


Se una polizza LTC richiede sia il deterioramento cognitivo sia la perdita delle attività quotidiane insieme, non sta coprendo il rischio come serve nella realtà. 

 

Struttura contrattuale: ramo danni vs ramo vita, indisdettabilità e abbinamenti 

  • IPM (ramo danni): è annuale o pluriennale, rinnovabile, disdettabile dalla compagnia alla scadenza o per sinistrosità o anche per peggioramento dello stato di salute.

        Copre anche invalidità parziali.

        È fondamentale durante la vita lavorativa, ma devi sapere che non è garantita per sempre

  • IPI (ramo danni), con franchigie o soglie di indennizzo specifiche; utile perché l’evento traumatico può compromettere il reddito anche senza malattia
  • IPM e IPI “gravi” (ramo vita): di solito abbinate al caso morte, diventano indisdettabili finché versi i premi e per la durata stabilita (di solito fino a 65 anni).

        Pro: stabilità.

        Contro: l’abbinamento può essere poco funzionale per chi non ha bisogno del caso morte

        (es. persona che se venisse a mancare non creerebbe problemi economici ad alcuno). 

  • LTC (ramo vita): una volta emessa, la compagnia non può disdire unilateralmente se paghi i premi.

       Controlla bene: durata della prestazione, attivatori, questionario assuntivo

       (che spesso viene preso alla leggera o, ancor peggio, bypassato)

       eventuali limiti età, e, come detto, neurodegenerative su binario separato


Capitale o rendita? La regola pratica che evita errori 

  • IPI/IPM: il rischio principale è la perdita di reddito. Qui il capitale ha senso (estinzione mutuo, fondo di sostituzione reddito, ristrutturazione dell’abitazione, buy-out di quote societarie). Valuta se una rendita vitalizia possa affiancare il capitale per coprire gli introiti mensili che venissero a mancare non potendo più lavorare. 
  • LTC: il rischio principale sono costi ricorrenti di assistenza. La rendita è lo strumento naturale. Due casi scuola (che succedono davvero) 


Caso 1 – Infortunio grave, autonomia salva 
Marco, 34 anni, incidente in moto: lesioni che
limitano per sempre il lavoro manuale.

Nella vita quotidiana riesce a lavarsi, vestirsi, mangiare e muoversi da solo. 

  • Attiva: IPI (infortunio). 
  • Non attiva: LTC (autonomia personale conservata). 
    Errore tipico
    : basarsi solo sulla LTC “perché copre tanto”. Sbagliato: qui LTC non paga!

 

Caso 2 – Deterioramento cognitivo in esordio 
Elena, 52 anni, inizio di Alzheimer: ancora capace di vestirsi, lavarsi, mangiare e muoversi,

ma non gestisce farmaci, appuntamenti, denaro, orientamento.

Servono supervisione e presenza

  • Se la polizza LTC prevede criteri autonomi per il cognitivo, attiva la rendita. 
  • Se il contratto pretende anche la perdita delle attività quotidiane, non paga

        (proprio quando servirebbe). 


Lezione!
: le neurodegenerative devono essere incluse e gestite a parte rispetto alle attività quotidiane. 

 

Checklist di clausole da pretendere (e perché) 

  1. Durata della prestazione LTC: a vita intera
  2. Deterioramento cognitivo: definito in modo autonomo, con scale/criteri medici chiari. 
  3. Attività quotidiane di base: soglia trasparente; niente condizioni “a sorpresa” che alzano l’asticella. 
  4. Neurodegenerative: nominate espressamente come coperte. 
  5. Carenze: verifica la possibilità di eliminarle con visita medica. 
  6. IPI/IPM: grado di invalidità, tabelle, franchigie, compatibilità. 
  7. Indisdettabilità: dove possibile preferire il Ramo Vita anche per IPM e IPI gravi, per stabilità del piano. 
  8. Limitazioni d’età: verifica scadenze, esclusioni, massimali “mascherati”. 
  9. Coordinamento con il patrimonio: se la rendita non è a vita intera, documenta nel piano come copri gli anni successivi. 

 

Come si calcola il tuo “Capitale o Rendita ideale”  

  1. Fotografa entrate e spese (oggi). 
  2. Preventiva l’assistenza nella tua zona (ore/giorno, giorno/notte, domiciliare/RSA). 
  3. Stima l’orizzonte temporale plausibile (non ottimistico). 
  4. Conta ciò che lo Stato effettivamente eroga (tempi, importi). 
  5. Definisci un fondo d’integrazione: serve se la rendita LTC non è a vita intera o gli importi sono bassi. 
  6. Scegli la combinazione strumenti: IPI/IPM per reddito, LTC per assistenza. 
  7. Metti per iscritto i meccanismi di adeguamento nel tempo (step programmati o revisione annuale). 
  8. Calendario di revisione annuale: vita e numeri cambiano, il piano deve seguirli. 

 

Errori che vediamo ogni settimana 

  • Confondere invalidità con non autosufficienza
  • Scegliere capitali simbolici “per spendere poco” e poi scoprire che coprono ben poco
  • Comprare una LTC con durata breve “tanto qualcosa è”: il rischio è ritrovarsi senza prestazione proprio quando serve. 
  • Affidarsi alla sola IPM e scoprire che le neurodegenerative sono escluse
  • Dimenticare l’IPI (“io non mi faccio male”): un trauma può chiudere il rubinetto del reddito anche senza malattia. 
  • Vero anche il contrario, pensare che una polizza infortuni sia sufficiente, quando, in realtà, i casi di invalidità da malattia sono ben più frequenti. 
  • Rinnovi copia-incolla: la vita cambia, il fascicolo resta uguale. 
  • Nessun coordinamento tra soci: quando cade l’“uomo chiave”, azienda e famiglia vanno in crisi insieme

 

Il test rapido per capire se chi te segue è un consulente o un venditore 


A) LTC – Non autosufficienza 

1) Durata copertura assicurativa 

  • PROMOSSO: “È a vita intera.” 
  • BOCCIATO: “Basta fino ai 65 anni, poi al limite vediamo.” 


2) Neurodegenerative (Alzheimer, Parkinson) 

  • PROMOSSO: “Sono coperte anche se la persona sa ancora lavarsi/vestirsi/mangiare; c’è un binario cognitivo separato dagli atti quotidiani. Ecco l’articolo di polizza.” 
  • BOCCIATO: “Si paga solo se non si riesce pure a lavarsi/vestirsi/mangiare.” 


3) Attivazione per attività quotidiane 

  • PROMOSSO: “Soglia chiara: almeno 3 attività di base non più eseguibili oppure deterioramento cognitivo grave. Ecco dove è scritto.” 
  • BOCCIATO: “Copre quando sei messo molto male… è standard.” 

 

B) IPM – Invalidità permanente da malattia 

1) Come funziona? E’ disdettabile da parte della compagnia? 

  • PROMOSSO: “Ramo danni = disdettabile a scadenza; 

        Ramo Vita (invalidità grave) = indisdettabile, ma abbinata al caso morte.

        Pro/contro per te sono questi…” 

  • BOCCIATO: “È uguale.” 


2) Neurodegenerative in IPM 

  • PROMOSSO: “Nella IPM sono escluse: valutiamo copertura LTC e decidiamo se serve una IPM-vita ‘grave’. Ti evidenzio le clausole.” 
  • BOCCIATO: “Copre tutto.”

 

3) Soglie, tabelle, franchigie 

  • PROMOSSO: “Usa la tabella X e franchigia Y. Simuliamo il tuo caso a 34%/66%/100%.” 
  • BOCCIATO: “È standard.” 


4) Capitale/indennità adeguati 

  • PROMOSSO: “Calcoliamo il tuo fabbisogno (anni, reddito, mutuo):

        ecco perché 100k non basta / o perché serve capitale + rendita temporanea.” 

  • BOCCIATO: “Mettiamo una cifra standard.” 

 

C) IPI – Invalidità permanente da infortunio 

1) Definizione di infortunio & esclusioni 

  • PROMOSSO: “Evento violento/fortuito/esterno. Ecco sport, professioni, attività esclusi/limitati per te.” 
  • BOCCIATO: “E’ compreso tutto anche le tendiniti e per tutte le attività…” 


2) Soglie e franchigie IPI 

  • PROMOSSO: “Minimo indennizzabile X%; franchigia Y.

        Ti mostro cosa cambia a 5% / 10%.” 

  • BOCCIATO: “Pagano sempre.” 


3) Coordinamento con IPM e LTC 

  • PROMOSSO: “Se perdi reddito ma resti autonomo, paga IPI/IPM;

        se perdi autonomia, paga LTC.

        Evitiamo buchi e doppioni qui e qui…” 

  • BOCCIATO: “Una vale l’altra.” 

 

Sintesi operativa  

Cerca chi ti può davvero dare una mano, ma cerca bene, perché è in gioco la sicurezza della tua famiglia. 
Non ti serve chi “vende polizze” e “costa meno”: ti serve chi
misura i rischi, documenta i numeri e mette per iscritto come la protezione regge nel tempo.

Se il professionista che hai accanto lavora così, tienilo stretto. Se no, cercalo.

Perché qui non si gioca sul premio: si gioca sulla stabilità della tua famiglia


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